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Ideato e progettato nelle sue linee essenziali fin dal 1979, il Museo Ladino di Fassa, dopo essere stato allestito inizialmente nel Tabià de la Pieif, all’interno dell’Istituto Culturale Ladino, ha trovato la sua sede definitiva a partire dal 2001 nell’edificio attuale, ristrutturato appositamente.
Accanto agli oggetti, uno degli aspetti più significativi nell’allestimento è costituito da un sistema di 18 punti informativi touch-screen, distribuiti lungo l’intero percorso: da qui il visitatore può accedere ad oltre 80 brevi filmati concernenti singoli aspetti dell’esposizione, con audio originale e testi in più lingue: ladino, italiano, tedesco, inglese e francese.
Completano il percorso alcuni maxi schermi che consentono di scoprire ulteriori aspetti della cultura ladina e uno spazio dedicato alla realtà virtuale.
Il progetto museale è stato concepito e curato dall’ex direttore Fabio Chiocchetti in stretta collaborazione con l’antropologo Cesare Poppi. L’allestimento e il design sono stati curati dagli architetti Weber e Winterle sotto la guida di Ettore Sottsass, mentre la grafica è di Giancarlo Stefanati.
Al Museo si lega anche il nome di Milo Manara, celebre illustratore e fumettista, che ha realizzato in esclusiva per il Museo una serie di tavole sui personaggi della mitologia fassana: la Bregostèna, la Vivèna, la Stria e il Salvan.
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